tipologia: concorso

localitá: Torino

anno completamento: 2010


Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte
Palazzo Chiablese, P.za San Giovanni 2 – 10122 Torino
Villa della Regina. Il concorso per la nuova manica accoglienza

RELAZIONE

TRA GLI ALBERI … CI SI MOSTRANO I GIALLI DEI LIMONI

Linee generali di progettazione
L’intento di ricucire la ferita architettonica lasciata aperta dal 1962 con la demolizione del fabbricato denominato Palazzo Chiablese, ci ha costretti ad un confronto con l’alta valenza storica che la Villa della Regina e il suo contesto paesaggistico impongono: si è optato per una soluzione rispettosa delle preesistenze e di quei valori artistici, eludendo qualsiasi presunta competizione o analogia tipologica con il passato, un spazio capace di completare i lavori di restauro intrapresi dal 1996 con un edificio nuovo, moderno, funzionale, polivalente.
Le destinazioni della nuova manica all’accoglienza, custodia e servizi al pubblico, più legate alle attività della Villa, sono state integrate con funzioni indispensabili per la vita di un moderno edificio del 2010 senza abbandonare la natura di residenza di campagna ancora viva: un ristorante/caffetteria, un bookshop e soprattutto una nuova area definita “sensoriale” capace di anticipare, anche in forma ludica e di intrattenimento, alcuni concetti che poi matureranno nel corso della visita.
L’edificio analizza e approfondisce alcune peculiarità del sito: a) il rispetto orografico del terreno; b) la raccolta delle acque meteoriche; c) le fonti energetiche rinnovabili; d) il rinnovato carattere produttivo delle piante di limoni già presenti nella citroniera seicentesca.
Infatti, la quinta architettonica proposta riprende la vocazione di serra originaria, ampliandone il concetto e la sua funzionalità: oltre alle piante di limoni che troveranno degno risalto in facciata in estate e visibile dimora in inverno, nell’ingresso si potranno apprezzare degli alberi artificiali in lycra agganciati al soffitto e a terra, che evocheranno al visitatore alcuni profumi relativi alle culture presenti nella residenza regia (vino, agrumi, oleandri, fiori,…). Quella colta dialettica fra arte e natura protagonista privilegiata nei temi pittorici interni alla Villa (vedasi per esempio il fregio dipinto con varietà arboree e segni zodiacali), presente all’epoca della citroniera seicentesca saranno rievocate in ideale corrispondenza nel nuovo edificio con le tipologie e le disposizioni delle essenze vegetali ivi presenti.
Il visitatore si accorgerà che il tema dell’albero è ripreso nell’ambientazione interna costituito da libere e polivalenti strutture metalliche che, a differenza dei rettifili geometrici esterni, seguono improvvise diramazioni e percorsi stimolando e coinvolgendo tutti i sensi del corpo laddove si seguono i percorsi che le acque meteoriche dall’alto sfociano in giochi d’acqua, il fruscio del kainemahle, il profumo delle piante dei limoni e delle altre essenze,…
L’identità complessiva della Vigna collinare è continuamente richiamata dalla nuova struttura con riferimenti ai giardini all’italiana con i quali si determina una relazione nei percorsi, con il Teatro d’acque ripreso all’interno con una vasca nella quale confluiscono le acque meteoriche raccolte e trasportate a vista lungo i tubi in plexiglass o con le colture di viti che forniscono le quinte ambientali visibili dalle pareti vetrate.
Anche l’obbiettivo di mimetizzare la rigida presenza dei volumi esistenti delle centrali tecnologiche e dei servizi igienici risulta raggiunto ricomponendo e inglobando le stesse in volumi più curvilinei, ellittici e plastici, forme liberamente ispirate dalle naturali geometrie degli agrumi.
Da lontano, il contesto paesaggistico e ambientale nel quale si inserisce il nuovo edificio, costituito dalla Villa intesa nel suo essere tutt’uno con il giardino, con l’area agricola e boscata, con la Vigna collinare, con la collina di Torino, coinvolta nel collegamento visivo con p.zza Vittorio Veneto e la chiesa della Gran Madre non varia la scala compositiva inserendosi rispettosamente come dimostrano i fotoinserimenti.

Distribuzione spaziale

La moderna struttura si adagia sulla linea orografica del sito, senza alterarlo. Vi sono due ingressi alla struttura, quello principale posto a metà del lato Sud è anticipato da uno spazio sensoriale dove il visitatore, attraverso una sorta di architettura fluttuante, dalle forme organiche e floreali, invita il pubblico ad attraversarla al fine di scoprire il respiro vitale della Villa della Regina imprigionatovi dentro.
In questo percorso, quasi inteso come nartece di preparazione ad un’esperienza diversa, si potrà meditare e maturare un proprio pensiero, si potranno acquisire nuove chiavi di lettura e di visita in ragione delle diverse esigenze personali, della propria percezione spaziale, della fruizione culturale e artistica in linea con le più moderne tecniche delle arti visive.

L’altro ingresso, sul lato Nord consente l’accesso agli operatori e fornitori della struttura nonché si trasforma in accesso principale per il ristorante negli orari di chiusura del museo.
L’intento di spettacolarizzare e creare un atmosfera emozionale all’interno si percepisce varcando l’ingresso principale 1 dove si apre uno spazio di attesa 4 che attende al banco accoglienza 5. Depositati gli indumenti e/o i propri bagagli nel guardaroba, la biglietteria discrimina chi vuole accedere solamente al bookshop oppure chi, salendo la scala che conduce al piano primo, si introduce progressivamente alla visita attraverso locali dalla molteplice vocazione quali aree per allestimenti temporanei e per approfondimenti didattici giovandosi della presenza delle piante di limoni. Alcuni locali funzionali all’attività dell’Istituzione Villa della Regina (sala regia e sala riunioni) completano gli ambienti del piano dal quale si scende per proseguire la visita. Ritornati in zona ingresso si può accedere alle postazioni multimediali, all’ingresso al giardino all’italiana oppure, controllati gli accessi, direttamente alla Villa. A tal proposito si consiglia la chiusura con vetri delle aperture laterali e la coibentazione termica del passaggio alla Villa in quanto il pubblico si ritroverà privo degli abiti depositati nel guardaroba. Se lo si desidera, superato un diaframma inaccessibile durante gli orari di chiusura di visita, si può accedere (scale e ascensore) alla caffetteria/ristorante posto al secondo piano oppure ad alcuni locali funzionali alle attività e al personale che vi lavora (locali di servizio ripostiglio, spogliatoi e servizi igienici del corpo di guardia).

Le risorse idriche garantite dal pozzo che serviva il giardino e dalle altre sorgenti che alimentano le nicchie della manica porticata di collegamento con la Villa, sono state implementate con una raccolta delle acque meteoriche sulle coperture in bencor che convogliano le stesse in un gioco visibile ed acustico.

Percorsi

Molteplici e differenziati sono i percorsi possibili. Progettati per il superamento delle barriere architettoniche per i disabili, per consentire un adeguata preparazione didattica e/o culturale alla visita della Villa della Regina e delle sue pertinenze nonché per una accessibilità, controllata e strategica, alle parti auliche ed ai giardini, volendo, anche senza impegnare l’edificio principale fuori dall’orario di apertura al pubblico.
Si è inoltre amplificata la possibilità di leggere i giardini ed il paesaggio urbano attraverso le ulteriori prospettive create come il terrazzo che ospita un piccolo dehor del ristorante a quota 4,44 mt, che si apre sul panorama di Torino e sulla vigna collinare.
Gli altri terrazzi e affacci consentono di apprezzare i differenti aspetti storico-artistici, architettonici, paesaggistici e di diletto del comprensorio.
I volumi creati e i percorsi di accesso hanno risolto alcuni nodi con l’esistente: il percorso in salita a nord dei vani tecnici è collegato alle coperture piane e, rilassati sulle sedute previste,consente di godere della vista panoramica in quota, i muri di contenimento dei viali superiori, delimitanti un terrapieno un tempo organizzato a giardino formale a servizio del Palazzo Chiablese, sono stati mantenuti e permettono un accesso all’ascensore che si sviluppa nei vari livelli mentre l’ingresso principale è in stretta relazione con il giardino all’italiana e con l’accesso alla Villa.

Materiali

Mentre per la struttura portante si ipotizza l’impiego del c.a., si sono utilizzati materiali innovativi per i tamponamenti e le tramezzature: vetro abbinato a Kainemaile per la facciata principale, policarbonato alveolare e Bencore per gli elementi elevati. Il Kainemaile è una rete ad anelli in policarbonato makrolon uniti senza giunture, che coinvolge i sensi della vista, del udito e del tatto; è leggera e allo stesso tempo estremamente resistente. Può essere riciclato completamente e, a differenza di altri prodotti quali i metalli, non arrugginisce, non genera sottoprodotti, è resistente al fuoco (auto estinguente), ai raggi ultravioletti, ai composti chimici e agli urti. Inoltre è testato e certificato come materiale ignifugo.
Nell’interno degli ambienti si sviluppano, in un apparente disordine, una ramificazione di pali metallici che forniscono il supporto di alcuni arredamenti e che partendo da una forma ellittica (a richiamo della forma dei limoni) segnata sul pavimento in resina, si dirigono verso l’alto attraversando volumi e inglobando utenze.
I volumi emergenti dalla copertura piana sono in policarbonato alveolare e Bencore Starlight Plus Floor UVP: pannello composito con anima alveolare trasparente, rivestita con pelli in materiale plastico trasparente o satinato. Hanno un anima molto tenace, sono strutturali e plasmabili secondo le forme desiderate. Ideali per pavimentazioni sopraelevate ed applicazioni strutturali con carichi elevati, resistenti ai raggi UV grazie all’utilizzo di pelli in policarbonato coestruso UV protetto.
Si segnala infine l’utilizzo di un grigliato metallico come pavimentazione della citroniera estiva e invernale.
Analizzati i costi di fornitura e posa, si ritiene di poter confermare l’impegno di spesa previsto nel bando.

Bisogna ancora parlare: dei limoni d’estate e quelli d’inverno della manutenzione dell’acqua pulita ellisse come forma del limone mettere i numerini anche nella relazione quello spazio vuoto vicino all’ascensore al p.t. (relazione tra spazialità e museografie possibili; l’architettura interpreta modi di essere e di proporsi dell’istituzione museale)

Non dovranno essere tralasciate le soluzioni che rendono la macchina edilizia efficiente e sicura, oltre che di agevole gestione e manutenzione; quelle che aprono universalmente e democraticamente il museo alle genti (diverse per cultura, per età, per modalità percettive, per intenzione di sguardo).
I criteri di giudizio intendono ripercorrere le tematiche del concorso, immaginando che un buon progetto debba poter dare soluzione alle attese non pregiudiziali della committenza, formulate negli obiettivi del bando con l’intenzione di pervenire alla idea di intervento che superi le contraddizioni di un tema che richiede salvaguardia e lo chiede cercando un nuovo assetto, seppure inanellando i passi dell’antico.