Progetto video selezionato per la biennale di Architettura a Venezia 2014.

 Antonella Mariotti sulla Stampa  4 Giugno 2014

«Innesti urbani» nelle città metropolitane. Il tema sembra criptico ma è mutuato dall’agricoltura: significa nuove architetture che «si innestano» sul tessuto urbano esistente, sulle costruzioni che sono già lì, da qualche secolo a volte.

Francesco Massarini, architetto torinese, porterà Torino alla Biennale di Venezia. Con un video: ha puntato la sua telecamera sulla metropolitana, con attenzione a quattro stazioni: Porta Nuova, Vinzaglio, Lingotto e Porta Susa.

«Il nostro lavoro è stato selezionato per il padiglione Italia, coordinato da Cino Zucchi – racconta – il tema era “Cartoline animate” e in qualche modo dovevamo raccontare come è cambiata la città, quali sono stati gli “innesti urbani” che l’hanno modificata. La metropolitana – continua – è un grande innesto urbano che ha cambiato volto alla città. Attraverso il metrò ho voluto spiegare i cambiamenti. Ho messo la telecamera fissa come voleva il tema e in certe immagini le inquadrature hanno ben spiegato quello che sta accadendo nei nostri quartieri, ho scelto quattro posizioni secondo me fondamentali. Quando ho fatto queste riprese ho cercato di trovare qualcosa che è stato innestato, dalla fermata Vinzaglio per esempio si vede il grattacelo di Renzo Piano».

«Le città italiane sono sempre cresciute su stesse – scrive Cino Zucchi nella presentazione del progetto -, costituendo lo sfondo della vita di generazioni diverse, dalle aspirazioni e dagli stili di vita eterogenei. A un territorio dalla storia millenaria si è oggi sovrapposta una nuova struttura legata alla mobilità privata e collettiva e alle nuove realtà lavorative e produttive».

E Torino pare proprio la sintesi perfetta di tutto questo, una città che di «innesti urbani» ne sta vivendo molti, e due abbastanza imponenti, il grattacelo San Paolo e quello della Regione di Fuksas, da alcuni venerati da altri più che osteggiati. E poi «da Lingotto si intravede la sede storica della Fiat – dice Massarini – e la scuola per Odontoiatri. Direi che a parte i grattacieli che sono ovviamente quelli che più attraggano l’attenzione e sintetizzano il tema, c’è Porta Susa forse che a me pare emblematica di questi innesti: c’è la nuova e la vecchia stazione che si affiancano».

Torino sta cambiando in fretta, ma cambia in meglio? «Alcuni interventi sono discutibili hanno un peso architettonico, come i grattaceli – dice Massarini – Ma credo che la città stia vivendo un bel momento, una bella trasformazione, ci sono molte zone verdi come poche città in Italia, anzi forse come nessun’altra città ha ed è finita la speculazione edilizia. Abbiamo degli spazi inutilizzati usiamo quelli».



Articoli relazionati: